Diritto alla Bigenitorialità

Figli minori

Diritto alla Bigenitorialità

Padri separati

Con la separazione i coniugi non mettono fine al rapporto matrimoniale, bensì ne sospendono gli effetti in attesa di una riconciliazione o di un provvedimento di divorzio.

Attraverso la separazione, marito e moglie mantengono la qualità di coniugi, ma vengono comunque meno i doveri di coabitazione e di fedeltà che derivano dal matrimonio ed a carico di ognuno dei coniugi, resta l’obbligo di mantenere, educare e istruire i figli.

Nelle cause di separazione non è raro riscontrare una conflittualità molto accesa nella coppia genitoriale sul tema dell’affidamento dei figli, i quali hanno diritto di mantenere un rapporto continuativo con entrambi i genitori.

Inizialmente il concetto di bigenitorialità o di genitorialità condivisa, veniva utilizzato in prevalenza in relazione alle famiglie unite, dopo la Convenzione sui Diritti del Bambino di New York del 20 novembre 1989, si è diffuso sempre di più il concetto che un bambino ha il diritto di avere un rapporto continuativo con entrambi i genitori, anche se gli stessi si separano, estendendo così questo concetto di bigenitorialità anche alla famiglia separata.

Tale concetto che si concretizza nel fatto che il figlio minore abbia il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ognuno dei genitori, di ricevere attenzione, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ognuno dei rami genitoriali (art. 337 – ter c.c.).

Il principio di bigenitorialità, introdotto con la legge n. 54 del 2006, è il principio etico in base al quale un bambino ha un legittimo diritto a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori, anche se gli stessi siano separati o divorziati. Dal punto di vista pratico continuano però ad esservi delle oggettive difficoltà particolarmente per i padri separati, che hanno sempre più bisogno di ricorrere all’ausilio di un avvocato, per far valere i propri diritti.

In presenza di una situazione di forte conflitto tra i coniugi accade spesso che il bambino venga affidato prevalentemente alla madre con conseguente riduzione del diritto di visita padre-figlio. Il padre separato talvolta non riesce ad avere rapporti con i figli, a discapito di quest’ultimi che avrebbero diritto di mantenere una relazione con entrambi i genitori. 

E’ proprio in questo contesto, che assai spesso emerge un gravoso problema che, secondo un recente studio, coinvolge circa 800 mila uomini su un totale di oltre 4 milioni di padri separati : la soglia di povertà in cui versano e le gravi ripercussioni che queste crisi familiari hanno sul rapporto con i figli. Nella situazione di cui sopra i padri separati hanno difficoltà nel gestire i figli a causa delle assai ridotte possibilità economiche, in quanto spesso depauperati dal pagamento di un mutuo acceso per acquistare la casa dove vivevano con la famiglia, casa che sono stati quindi costretti a lasciare perché assegnata alla moglie, per poi trovarsi costretti a pagare un affitto la dove sono andati a vivere dopo la separazione. 

Non è raro inoltre, che un genitore tenti di prevaricare l’altro denigrandolo e tentando di trasmettere nel bambino l’idea di essere stato abbandonato . Ciò con il tempo comporta una maggiore difficoltà del padre ad avere rapporti con i figli. Di fronte a questi che sono veri e propri soprusi è gioco forza opportuno farsi assistere dalla competente professionalità di un legale come lo testimoniano ampiamente le opportune pronunce tendenti a “riequilibrare” la situazione. Questo studio negli ultimi tempi e sempre con maggiore frequenza, ha istruito ricorsi per tutelare al meglio i propri assistiti al fine di ottenere provvedimenti sanzionatori giudiziali a seguito di gravi inadempienze dell’ ex coniuge. 

Quella del padre separato è’ sicuramente una figura che dovrà essere rivalutata sotto diversi aspetti, primi fra tutti quelli economici ed umani, al fine di scongiurare la deprecabile ipotesi della creazione, agli occhi del minore, della figura di un genitore di serie A ( assai spesso, la madre) e di un genitore di serie B (il padre), che si vede ridurre al solo e assai riduttivo ruolo di colui che paga il mantenimento. 

La sottoscritta, avendo a cuore tale delicata questione, è impegnata costantemente nella salvaguardia del diritto alla Bigenitorialità, nell’ottica di garantire al minore, il diritto a mantenere equi rapporti con entrambe le figure genitoriali.

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Avvocato Silvia Taddei

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